Canzoni Supreme di Van Morrison – I Salmi mistici

2 Luglio 2019 Off Di Artis Teatro

Uno dei tanti volti di Van Morrison è quello del sognatore che guarda fuori dalla finestra, rapito dallo stupore – o catturato in Silas Marner – lussurioso in catalessi. Ci ha regalato canzoni estetiche di estasi, inni all’ignoto, al culto, al mistero, alle cose indefinibili della nostra vita. E, secondo me, nessuno l’ha completato più grande. Acquista una seconda abilità con questa introduzione ad un paio delle supreme canzoni di Van Morrison per sognare ad occhi aperti e fissare la Pleasant Unknown.

“Astral Weeks” – Astral Weeks (1968)

Tracce di separazione, alienazione, intensa adorazione non secolare, adorazione familiare, raggiungono tutti in un soffio di coscienza e si risolvono in una meditazione sull’aldilà. Divertente che il cantante non si assicuri il suo sollievo o la sua redenzione in questa signora e nel suo ragazzo, nel “lontano aspetto dell’oceano”, tuttavia come un diverso nella sua “casa eccessiva, in un altro stile di vita, a questo livello lontano “. C’è quasi un’ingenuità riguardo alla conclusione di Van qui, una che sarà sicuramente perdonata a una persona sui vent’anni. Inoltre, è coinvolgente nascondere ciò che era scritto nei giorni in cui il gruppo di Van Them era caduto a pezzi, la sua prima occupazione da solista era stata un cliché di un pericolo per la canzone e il suo futuro era pericoloso. Aveva miniatura o no, e divenne “l’Uno” per conforto. Il che ci porta a …

“Spirit” – Frequent One (1980)

Proprio qui è forse il mio preferito delle canzoni di Van Morrison sul paranormale. “Se hai perso la speranza … Vai all’unico.” Ho aggiunto i cappucci, su “The One”, tuttavia, in quale altro modo possiamo chiarire la frase? Proprio qui è un tema ricorrente per Van, il luogo in cui ritorna a credere in una cosa aumentata, una cosa sconosciuta e indubbiamente inconoscibile, quando tutto il resto sembra essere pericoloso e inutile. Almeno lo fa attraverso i primi anni ’80; negli anni ’90 è come se non ci fosse fede per Van, piuttosto che per la canzone stessa (rileva “No Religion” dal 1995’s Day’s Cherish This ). Senza riferimento alla teologia, questa canzone è obbligatoria per il mistico favorito e una mossa per l’anima nella sua sera oscura.

“And it Stoned Me” – Moondance (1970)

Sono molto grato a Van Morrison per il suo lavoro, per tanti motivi. “E mi ha lapidato” ci ricorda di mettere al sicuro bellezza e bellezza in cose facili, in questo caso un pollice di un giorno al buco del nuoto locale. Mi lussurio nella moda che lui stesso dice – “E mi ha lapidato, con la mia anima” – lapidato, lussureggiante nel trattamento? L’Egitto lapidato lussurioso nel veterano ha la pena capitale? Vado con il primo – e quale pensiero soddisfacente: alti considerevoli, persino la trasformazione dei pensieri, sarà sicuramente sicuro nel relativo obsoleto e nella routine. Grazie, Van: quella era una offerta allettante!