Physical Graffiti (1975)

14 Giugno 2019 Off Di Artis Teatro

Nel 1975, i Led Zeppelin erano in un emisfero molto lontano sradicati da ogni diversa banda del pianeta. Rivelazione al Tampa Stadium e Madison Gardens avevano rotto tutti i tipi di dischi nel 1973, il loro 1974 “Swan Track” firmava un successo assoluto e “The Rolling Stone”, in precedenza i curatori del vitriol Zeppelin, ormai ultimo dei loro giri, non era abituato a stare fermando Zeppelin. Quale migliore possibilità di ottenere un tempo pari al 1975 rispetto al lancio della migliore illustrazione della loro tavolozza musicale?

‘Physical Grafitti’ non era una compilation o meschini ‘Ultimate Hits’, tuttavia una fusione di relazioni con le canzoni dell’album come una lunga strada dare una mano come 1970. Il lancio di un doppio album potrebbe anche non essere più pertinente; The Who, Genesis ed Emerson, Lake e Palmer erano diventati famosi per i suoi due album nei diciotto mesi precedenti; ‘The Rolling Stones’ e ‘The Beatles’ onesti avevano pubblicato due album su aspetti chiave della loro professione. Ora, al loro sesto album, gli dei della roccia sentivano che era il momento di svelare le loro teste.

Che scoperta. L’aspetto predominante offre un incredibile tipo di texture illustrativa (qualcosa che gli album di successo di Zeppelin, “Presence” (1976) e “In By The Out Door” (1979), incentrati sul riff, mancavano di intensità) per un minimo di sei canzoni. C’è un forte funk ersatz ‘Custard Pie’, l’omaggio rock ‘n’ The Rover ‘, il blues classico inarrestabile’ In My Time Of Death ‘(registrato sono in studio), il bruciatore proto-garage’ Properties Of The Holy ‘, clavinet- la danza guidata osserva ‘Calpestato sotto il piede’ e lo shock Jap rivoluzionario ‘Kashmir’, ogni canzone meglio di quella precedente. ‘Kashmir’, in modo critico, rappresentava l’essenza stessa dello splendore di Zeppelin. Coraggioso, cosmico, incalcolabile, sta al di sotto di una serie di tamburi, archi e accordature per chitarra, un frontman Robert Plant proclama costantemente come lo zenith dello studio di Zeppelin. È faticoso non essere d’accordo con lui (anche se “Stairway To Heaven” e “Total Lotta Esteem” sono anch’essi all’interno della scena!).

Il secondo aspetto, indebitamente non più procure, ha confermato la gamma Jimmy Online e co. potrebbe anche farlo. Il più grande shock sul secondo aspetto è il “Dieci anni passati”, una ballata Pianta scritta per un sapore che ha scartato per la canzone. Al di sotto del vocalist vocale di Jimmy Online, il lavoro per chitarra più amabile di Plant. Magistrale, comunque accessibile, dimostra, anche se indubbiamente non più a spese di Plant, rimane la chitarra più sottovalutata della pagina Online. Ripetutamente un partecipante migliore di Keith Richards, Pete Townshend e, addirittura, David Gilmour, nella pagina online potrebbe anche essere mixato con il suo modo di suonare, a prescindere dagli enormi riff di cui Zeppelin era costantemente accusato senza pietà.

Altri punti salienti consistono nella tastiera edificante fondamentalmente basata su “In The Light” (la mappa di John Paul Jones più produttiva), sull’omaggio glam rock “Ill Again”, sul vaudeville “Down by the Seaside” e sul metal monster “The Wanton Track” . Etico, questo aspetto ha anche rafforzato il noioso Boogie With Stu (anche se questo offre l’unica chitarra di Plant che suona in una narrativa di Zeppelin, oltre al violinista pianista di Rolling Stones Ian Stewart) e la sgradevole ‘Sad Nation Girl’. Ma data la forma di canzoni poco brillanti presenti nei tesori accettati “The White Album” e “Tommy”, due o tre brani senza incidenti non sono più sufficienti per comprare dalla magnificenza dell’album.

Una narrazione turbolenta da fare (le sessioni iniziali volevano essere interrotte attribuibili all’assenza prolungata di John Paul Jones, se o non fosse più attribuibile a una malattia o la sua indecisione a rimanere all’interno della band non fosse più assolutamente particolare), il risultato finale più alto ha dimostrato di essere l’epitaffio musicale della band. Ogni piccola cosa del titolo (coniata dalla pagina di Jimmy Online del bandleader per illustrare la vitalità fisica e scritta che era stata prodotta nella produzione delle sessioni, per allievo Dave Lewis) alle residenze incombenti della trapunta (cortesia del sarto Peter Corriston) dettava che questa era una volta una band che dà tutto, fisicamente e metafisicamente. La canzone non è più suonata in modo ricorrente, così corretta di nuovo!