Non sono più il miglior pianista del mondo
14 Giugno 2019Ogni volta che hai avuto la possibilità di mediare uno dei miei corsi di pianoforte on-line o guardare un video di me che partecipa al pianoforte, capisci questa verità – non sono un immenso partecipante al pianoforte.
E, forse non sarò mai un immenso partecipante al pianoforte. Non mi farebbe un disastro.
Perché? Perché in ripetizione diventare immense, potresti dare il massimo. E quando ti svelo tutto, intendo proprio questo. Intendo spendere almeno 6-8 ore al giorno a praticare e praticare e ad essere pronto per la performance.
Questa routine feroce è sul totale riservato al pianista classico che desidera una professione come artista.
La premessa è di scoprire in modo obiettivo corretto a prendere parte a quell’espressione e l’interpretazione diventa la precedenza. E qui finisce. Perché, mentre questo pianista può suonare la musica di persone diversificate estremamente bene, le probabilità sono corrette che questo partecipante al pianoforte identico, che è praticato per centinaia di ore, non dovrebbe in un progetto di fermarsi a sedersi e suonare una cosa comune. Una cosa non creata da altri.
E quel caro amico è infelice. Perché, mentre non si può condannare la musica di Bach, Beethoven, ecc. È musica “obiettivo corretto”, mi stupisce il motivo per cui qualcuno dovrebbe impegnare letteralmente la propria esistenza di diritti ricreandolo.
Non sono il pianista principale di questo pianeta. Ma mi siederò al pianoforte e raggiungerò un accordo che mi chiama. La danza quindi inizia quando melodia, armonia e ritmo raggiungono l’esistenza – prima di me. La musica fluisce e il cuore e i pensieri coronarici si trasformano in unificati – diritti. Che premio rivelare per mettere in pratica questo!
Non suonerò un preludio di Bach o un chopin. Ma anch’io sarò anch’io al piano e viaggeremo in un intimo che mi lascia ripetutamente ringiovanito – immagino che un groovy lag faccia un caldo giorno d’estate.
Io prometto di non passare ore illimitate a praticare entrambi. Non è necessario. Non sto partecipando a un concorso o mi sto preparando per un recital. La mia passione sta fermamente nel viaggio e nel viaggio da solo. Quello che cerco è la connessione e il lancio, il mistero e l’orgoglio che viene ripetutamente quando autorizzo la musica a “suonare”. Ho lasciato correre il dovere di inventare una cosa obiettivo corretto, una cosa in alto, o una cosa magistrale. Come sostituto, punto focale su e scatta la tecnica e, all’infinito quanto dura a lungo, sono libero.
Non sarà questo ‘essere al piano’ splendido di apprezzare? Non sarà la flessibilità di mettere in scena questo importante? Io medito così e mi rallegro di dedicarmi a far sì che gli altri “siano contenti di farlo”. Perché non appena gli studenti stilano la libertà di improvvisazione e di gioco libero, è come se una fonte fosse stata aperta al loro interno. Infine, sono contenti di aver trovato quello che è mancato a tutti quegli anni, ora e ancora una volta la flessibilità di suonare ciò che si prova.