Neo-realismo nel cinema mondial
8 Giugno 2019Neo-realismo, una mozione nel cinema italiano emersa negli anni ’40, la sua volontà di essere riflessa tra fotografia, account e attualità. Non ci sono differenze di argomenti nelle categorie dei singoli scrittori e registi, è immaginabile estrarre parti definite definite, illustrare l’abbandono di narrazioni fantastiche, la preferenza data alle aree esterne come sostituzione di scattare foto negli studi, utilizzando attori non autentici, e il tentativo di contestare un leer molto meno verniciato delle preoccupazioni politiche e sociali con un paese in una durata di ampio alternato.
Si ritiene che il termine “Neo-Realismo” sia cambiato non appena superato nel 1943 dal redattore Mario Serandrei in riferimento a Ossessione (1943), il film principale di Luchino Visconti. Il regista, che ha basato principalmente il suo film in gran parte sul nuovissimo Il postino ripetutamente suona due volte di James Cain (presentato al nascondiglio ancora di nuovo sotto il suo titolo normale nel 1946 da Tay Garnett e ancora nel 1981 da Bob Rafelson) sottaceto il film non è più negli Stati Uniti, ma nella valle del fiume Po, abbandonando lo studio e scattando fotografie in una voga documentaria espressiva, sfumata e bianca, ha ottenuto un’autenticità che contrastava radicalmente con la raffinata artificialità dello studio- certo le produzioni Cinecittà dei film graduali degli anni ’30 – i cosiddetti film “telefonici bianchi”, che prendono il nome dai tremendi oggetti di scena delle loro unità glamour.
Nel 1943 Vittorio De Sica filmò I bambini ci guardano, tuttavia “l’école italienne de la libération”, come il francese neo-realismo (sottolineando la connessione tra la sua spinta verso l’alto e la punta del fascista regola), in realtà non è emerso fino a due anni dopo con la realizzazione di Roma, Città Aperta (1945, Roma, Delivery City, regia di Roberto Rossellini), ora il logo della rinascita del cinema italiano. Il film cambiò non appena girò per le strade di Roma tutto il sorteggio che attraversò i giorni supremi dell’occupazione tedesca, con argomento di ambientazione nella maggior parte dei casi recuperato da film di propaganda scartati in cui lo stesso Rossellini era stato costretto a collaborare negli anni precedenti .
Dopo Roma, Città Aperta (che insieme a attori dilettanti ha presentato due attori che si sono trasformati in icone del cinema italiano, Anna Magnani e Aldo Fabrizi), è seguito un racconto che nel luogo di circa un anno ha prodotto uno dei famosi lavori ideali del cinema italiano post-conflitto: Paisà (1946) e Germania, Anno Zero (1947, Germania, anno zero), sempre di Rossellini; La Terra Trema (1948; The Earth Treble, adattato dal classico nuovo I Malavoglia di Giovanni Verga) e Bellissima (1951) di Visconti; Sciuscià (1946; Lustrascarpe), Ladri di Biciclette (1949; Ladri di biciclette) e Miracolo a Milano (1951) di De Sica. Partecipa con Cesare Zavattini; e Riso Amaro (1948; Bitter Rice, un sottaceto sociale del melodramma nell’Italia settentrionale che lanciò le carriere di Silvana Mangano e Vittorio Gassman) e In Nome della Legge (1949; In the Name of the Law, un western siciliano di voga) di Pietro Germi.
Il periodo di massimo splendore del Neorealismo ha avuto inizio nei primi anni ’50. Rossellini ha perseverato nell’annullare su un film di vantaggio: Il Miracolo (1948, la parte principale di un dittico chiamato L’Amore, Marcello Pagliero che dirige la seconda parte, Una Voce Umana), con Anna Magnani e un giovanissimo Federico Fellini in uno spettacolo scopo; Stromboli, Terra di Dio (1949; Stromboli); Francesco, Giullare di Dio (1950; Francis, God’s Jester), scene della vita di San Francesco; Europa ’51 (1951); e Viaggio in Italia (1954, Trot to Italy, con Ingrid Bergman, che si trasformò in matrimonio con Rossellini all’epoca), dopo il quale Rossellini abbandonò i film di finzione per focalizzarsi sui documentari e lavorare per la tv.
Visconti ha diretto Senso (1953; The Wanton Countess), un film che ha segnato il suo passaggio dal Neorealismo al Realismo, dalla cosiddetta “poetica del pedinamento” (la poetica della vita di ogni giorno e l’uomo di moda) alla resistenza della tradizione romantica del nuovo 19 ° secolo, trasporre l’ambiente e la psicologia dei personaggi al medium del cinema. Nondimeno, il suo classico più tardo Rocco ei Suoi Fratelli (1960; Rocco ei suoi fratelli), mentre evita la produzione, l’editing e le raccomandazioni contabili neo-realiste, gli argomenti di indirizzo liscio e gli scenari di povertà e lotta che annullano la sua discendenza dalla tradizione neo-realista definito.
Con Umberto D (1952), un ampio lavoro neo-pratico e apparentemente il più eseguito dopo L’Oro di Napoli (1954; L’oro di Napoli), Vittorio De Sica è in voga per un cinema più commerciabile e un realismo molto meno drammatico , senza sacrificare il fantastico della produzione. Al passo con la conferenza storica, la durata del Neo-Realismo iniziata con Ossession si è conclusa con Umberto D.
In molte condizioni, i nuovi generi emergenti hanno preso in prestito parti dal Neorealismo senza tuttavia ereditarne la gigantesca sensibilità. Come esempio, si può citare la collezione totale di film di moda in cui i personaggi sono in molti casi limitati meglio delle caricature impressionate dal neorealismo. Tra questi, Pane, Amore e Fantasia (1953, Pane, Cherish e Dreams, Luigi Comencini), interpretato da Vittorio De Sica (all’ingresso della macchina fotografica) e la principale apparizione di Gina Lollobrigida, e Poveri ma Belli (1956; Dejected tuttavia Ravishing , Dino Risi) – i film in cui, sia che si trattasse di sottaceti in campagna o in città, la pratica di ridurre i personaggi a stereotipi psicologici, come il cinema dei “telefoni bianchi”, si sono trasformati in appena ricreati.
In molte condizioni, i nuovi generi emergenti hanno preso in prestito parti dal Neorealismo senza tuttavia ereditarne la gigantesca sensibilità. Come esempio, si può citare la collezione totale di film di moda in cui i personaggi sono in molti casi limitati meglio delle caricature impressionate dal neorealismo. Tra questi, Pane, Amore e Fantasia (1953, Pane, Cherish e Dreams, Luigi Comencini), interpretato da Vittorio De Sica (all’ingresso della macchina fotografica) e la principale apparizione di Gina Lollobrigida, e Poveri ma Belli (1956; Dejected tuttavia Ravishing , Dino Risi) – i film in cui, sia che si trattasse di sottaceti in campagna o in città, la pratica di ridurre i personaggi a stereotipi psicologici, come il cinema dei “telefoni bianchi”, si sono trasformati in appena ricreati.
Nella commedia, l’ereditarietà del neorealismo è evidente, per illustrare, nella raccolta di film adattati dalle storie di Giovanni Guareschi al passo con il personaggio Don Camillo. La collezione Don Camillo, interpretata da Fernandel nel ruolo del prete Camillo e il suo rapporto con il sindaco comunista Peppone, interpretato da Gino Cervi, è stato girato da registi paragonabili a Julien Duvivier, ottenendo in tutto il mondo l’acquisizione di documenti in cui negli anni ’50 .
L’eredità del Neorealismo si trasformò in non appena più ritorto completamente allo stile dei film strazianti, comici e sentimentali. L’affermazione di ciò sta nel fatto che, in passato le differenze in voga, la mozione ha creato un “college” corretto in cui la struttura dell’attualità e la voga con cui contestarlo si sono trasformate non appena indagate, e sono cambiate non appena sotto questo impressione che emerse una nuova tecnologia di registi che istituirebbe il nucleo del cinema italiano negli anni ’50 e ’60, tra cui Fellini e Michelangelo Antonioni.
Michelangelo Antonioni
Michelangelo Antonioni è considerato uno dei più noti registi assoluti dei film italiani. Dopo essersi spinto nella moda neo-realista, ha sviluppato il suo attributo vogue, che comprende parti della storia. I suoi film consistono in Blow-Up (1966) e Zabriskie Point (1969).